Fabio Caserta ufficialmente esonerato dal Benevento calcio
- Opinioni
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0RE 10 - Non c’era schermo, ieri, da cui non sbucasse fuori l’immagine, al solito sconsolata, di Fabio Caserta, allenatore del Benevento calcio dato come perduto alla panchina giallorossa senza ancora alcuna ufficialità. Smartphone, siti specializzati, trasmissioni televisive di alto e basso livello hanno discusso della giornata campale del torneo cadetto, punteggiata da una serie, reale o presunta, di avvicendamenti di panchina. Pagano i tecnici, talvolta è giusto talora no. Scontano rose di atleti indesiderate, moduli tattici mai decollati, frizioni dirigenziali. Ma anche incapacità a tessere tele di dialogo, a controllare lo spogliatoio, a leggere le partite. Eccetera. I campionari sono noti.
Dunque: non c’è stato organo di informazione, divulgazione, sfogo, tifo che non abbia fermato la sua attenzione, il suo livore, la sua normale contrarietà, un concreto spirito critico sulla vicenda infausta del rapporto fra il Benevento e mister Caserta, funestato dal calo vertiginoso che la scorsa stagione è costato un traguardo possibile ed in questa un avvio stentato e senza baricentro alcuno.
Eppure, nonostante ci siano davvero remore nei confronti della permanenza di Caserta sulla panchina giallorossa, il fuoco di fila cui l’uomo è stato sottoposto guardando la sfilata di servizi inerenti il suo destino di allenatore non è condivisibile. E soprattutto è figlio dell’indeterminatezza della società, oltre a costituire un comportamento (che certo farà pure parte del ‘gioco’) che non tiene in conto le sensibilità in ballo. Il rapporto è dubbio ma si può recuperare? Inutile lasciar filtrare indiscrezioni su cambi. Il rapporto si è esaurito, per i motivi più vari? Arrivederci e grazie (tanto gli stipendi corrono): d’altra parte esiste uno staff tecnico non povero d’uomini. Ultimare l’eventuale ricerca del sostituto e poi procedere al benservito ufficiale non sembra una mossa ‘educata’.