Ancora rinviato il ritorno alla vittoria: il Benevento non sa amministrare e viene raggiunto dal Sudtirol
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Gestire simile 'responsabilità' si è rivelato un compito improbo: i secondi 45' sono trascorsi facendo lentamente lievitare le paure giallorosse di pari passo con il crescere della voglia casalinga di raddrizzare la baracca, ed a sei minuti dal fischio finale – in parallelo anche da cronometro con quanto accaduto nel primo tempo – dagli sviluppi di un calcio d'angelo c'è l'inserimento di Zaro (alle spalle di Masciangelo) che gela Paleari, ed i tifoti beneventani sugli spalti, e – c'è da credere – anche la panchina.
Matura alla fine un risultato tutto sommato giusto, perché la sconfitta sarebbe semplicemente stata una punizione eccessiva per entrambe, ma nel Sannio c'è da masticare amaro: il Benevento non è ancora un malato in via di guarigione, il possesso palla preponderante (61% a 39%) si è rivelato del tutto inutile in termini di manovra e pericolosità, anzi quest'ultima rifulge per la bruttezza di due, dicasi, due tiri nello specchio della porta (il gol di Pastina, una conclusione telefonata di Improta ad un paio di giri di lancetta dal fischio finale). Non ha deposto affatto bene quel baricentro schiacciato all'indietro nella ripresa, né l'incapacità ad organizzarsi nella zona mediana del campo (l'ingresso dopo l'intervallo di Schattarella non ha prodotto alcun effetto), ed invero il secondo tempo si è dipanato secondo una sceneggiatura che lasciava già intravedere il finale: in pratica, s'attendeva solo che la squadra di casa finalizzasse, come è successo, addirittura rischiando – poi – di beffare destino e giallorossi con Pompetti che solo di un soffio non riusciva a deviare in rete l'appoggio di Odogwu non tenuto da Capellini.
Sarebbe stato troppo, è vero, ma non sarebbe stato affatto un furto. Intanto, il Sudtirol porta a cinque la sua serie positiva e il Benevento si ritrova ancora alla ricerca di una identità. 525 passaggi non sono serviti a creare una occasione da gol ma ad offrire un palleggio alla fine rivelatosi inutile ai fini del risultato, una pure esibizione di tocchi di prima che hanno disegnato geometrie inconcludenti. A tutto ciò s'aggiunge l'ancora approssimata forma fisica che fa sorgere più di un dubbio su ciò che si è fatto in sede di preparazione. L'insieme di questi elementi crea quel blob informe ancora lontano dalla fisiononia di una squadra.
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Il tabellino:
Sudtirol - Poluzzi; Berra, Mazzocchi (93' Davì), D'Orazio (46' Casiraghi), Nicolussi, Zaro, Tait (70' Pompetti), De Col, Crociata (46' Carretta), Masiello, Odgwu. A disp.: Iacobucci, Marano, Curato, Vinetot, Barison, Capone, Schiavone. All. Pier Paolo Bisoli
Benevento - Paleari; Letizia (67' Masciangelo), Acampora (46' Schiattarella), Karic (67' Koutsoupias), Tello, Improta, Nwankwo (52' Farias), Ciano (87' La Gumina), Leverbe, Pastina, Capellini. A disp.: Manfredini, Lucatelli, Thiam Pape, Foulon, Basit, Veltri, Vokic. All. Fabio Cannavaro
Reti: 39' Pastina, 84' Zaro
Ammoniti: Tait, Karic, Schiattarella, Masciangelo, Pastina Pompetti, Tello.
Arbitro: Francesco Meraviglia di Pistoia. Assistenti: Fabiano Preti di Mantova e Domenico Fontemurato di Roma 2. Quarto Ufficiale: Sajmir Kumara di Verona. Var e Avar: Luca Zufferli di Udine e Matteo Gualtieri di Asti.